Sarconio Giuseppe

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Scafati - Monumenti e luoghi di interesse

Monumenti e luoghi di interesse

Santuario di Maria Santissima Incoronata dei Bagni

La bassa cupola è affrescata con scene della vita popolare, specialmente di scene della fonte miracolosa e dei miracoli operati dalla Madonna. Anche l'altare che ospita il bellissimo dipinto della Vergine dei Bagni è in pieno stile barocco, per la presenza dei coloratissimi marmi che si accomunano opportunamente ai due quadri del '900 ai lati del presbiterio. La caratteristica festa, verso la fine di maggio, è un'attrazione per tutta la piana: si organizza il classico "carrettòn' 'e vagne" e si rende omaggio alla Madonna alla miracolosa fonte dove circa 200 anni prima accaderono miracoli inspiegabili. Una tradizione vuole che, sempre durante la festa, si debba passare la mano sull'altare perché impregnato del sudore della Madonna.È costruita interamente in stile tardo-barocco napoletano, annunciando in diversi tratti anche un pieno stile rococò, che però interessò in minor modo la regione. La facciata, che nelle diverse linee ondulate, per rientranze e sporgenze, risente pienamente del barocco, presenta un portale centrale e altri due minori che fanno accedere al sagrato del santuario; da qui si passa all'entrata. L'imponente struttura è costituita da tre navate ben sviluppate, di cui la principale è sormontata da un affresco raffigurante la risurrezione di Cristo. Al di sopra dell'entrata vi è l'organo, decorato da porcellana e palme in bronzo, il tutto per accogliere le alte canne che si protendono verso l'alto, tipico stile del '600.

Chiesa di Santa Maria delle Vergini

Scafati in una foto d'epoca
Palazzo Mayer La Chiesa di Santa Maria delle Vergini è il più importante edificio di culto di Scafati. Costruita nel XV Secolo, è in stile Rinascimentale. La storia narra che la Madonna delle Vergini era destinata ad un paese diverso da Scafati, ma la statua, arrivata sul ponte, iniziò ad appesantirsi e i buoi che la trasportavano non riuscirono più a muoversi, così si decise di portare la statua nella vicina chiesa.
Il palazzo Mayer era l'antica casa della famiglia Mayer, una delle più grandi famiglie tessili nella valle del Sarno. Costruito attorno il XIX secolo, oggi è il municipio.[8]

Chiesa Madonna delle Grazie

Di chiaro stile Rinascimentale la chiesa della Madonna delle grazie, detta anche Madonna dei Muroli, è a croce latinagrato a navata unica con una cupola bassa sul transetto; nell'area del presbiterio si innalza il trono di santa Maria delle grazie, dove si venera l'omonima statua la cui leggenda vuole che fosse stata lei a cacciare via tutti gli insetti che devastavano il raccolto. La statua è stata scolpita da scalpello anonimo, in legno policromo attorno il 1700. La raffigurazione della vergine è anomala, infatti la Madonna porge una mela al suo figlio che ha nelle braccia, mentre un angelo con due grappoli d'uva invita i fedeli all'adorazione. La chiesa ospitava quadri e opere di pregevole fattura che sono andati persi con un furto agli inizi del Novecento. È molto spoglia anche se la navata centrale è decorata da altorilievi, come l'interno della cupola e il presbiterio. Nel transetto di sinistra si innalza l'altare privilegiato del sacro cuore di Gesù. La chiesa ha anche quattro cappelle lungo la navata centrale; a destra abbiamo la cappella del crocifisso e quella di sant'Antonio da Padova. A sinistra una nel quale c'è il confessionale e un'altra dove si venera san Giuseppe. Nel transetto di destra abbiamo l'assunta e nel presbiterio San Vito e San Vincenzo Ferreri.

Chiesa di San Francesco di Paola

La piccola chiesa di San Francesco di Paola sorge nel bel mezzo del corso Nazionale; essa ha un imponente facciata riccamente decorata risalente al XIX secolo. L'interno è a croce greca, il soffitto presenta affreschi con scene di vita di San Francesco ed una vetrata colorata sul lato destro. Anche se l'edificio è molto piccolo un tempo era il principale luogo dove si venerava il santo a Scafati (che poi è stato trasferito nella nuova chiesa); esso era posto sull'altare maggiore, oggi è luogo della venerazione del santissimo sacramento.

Nuova chiesa di San Francesco di Paola

La nuova chiesa di San Francesco di Paola a pianta centrale, è costituita da un corpo che va a restringersi man mano che si arriva al presbiterio. La parte iniziale è costituita in alto da una grande vetrata (presente anche sul lato destro) molto colorata e la parte bassa da grandi portoni riccamente decorati. La statua in legno policromo del santo è anonima e non si ha nessuna data su quando sia stata realizzata. Di pregevole fattura il quadro della vergine che si trova nella parte alta del lato sinistro. La chiesa di San Francesco di Paola è la più recente chiesa costruita a Scafati.

Abbazia di Santa Maria di Realvalle


Polverificio Borbonico
Ciò che resta dell'antica struttura dell'abbazia di Santa Maria di Realvalle lo si può visitare a San Pietro. L'abbazia è stata per metà distrutta a causa di un disastroso terremoto nel 1564; essa fu costruita da Carlo I d'Angiò per celebrare la vittoria nella battaglia di Benevento nel 1270. La struttura è composta dal corpo dell'abbazia ed una chiesa, con stili architettonici che vanno dal gotico al barocco; la nuova abbazia sorta vicino a quella antica, è affidata alle suore francescane alcantarine. Oggi si trova in un grave stato di degrado ed è fortemente pericolante.
L'ex Real polverificio Borbonico è un'antica struttura dove si analizzava la polvere da sparo prima di passare nelle officine. Costruito nel 1851 la struttura è formata da una imponente facciata, con all'interno la cappella di santa Barbara patrona degli artificieri, oggi sconsacrata, è usata come auditorium.[9]

Architetture religiose

  • Santuario di Maria SS. Incoronata dei Bagni (XVII secolo)
  • Chiesa Madre di S. Maria delle Vergini (XV secolo)
  • Abbazia di Santa Maria di Realvalle (1270)
  • Chiesa di San Pietro Apostolo (X-XI secolo)
  • Chiesa di Sant'Antonio Vecchio (XX secolo)
  • Chiesa Madonna delle Grazie
  • Chiesa Croce Santa
  • Chiesa S. Francesco d’Assisi
  • Chiesa S. Francesco di Paola
  • Nuova Chiesa S. Francesco di Paola
  • Chiesa SS. Vergine del Suffragio
  • Chiesa San Vincenzo Ferreri (XX secolo - Abside di A. Casciello)

Villa comunale

La Villa comunale o Parco Wenner (1933), conserva un esemplare di Jubaea spectabilis che per dimensioni è il più grande in Europa.[10]

Etnie e minoranze straniere

Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2010 la popolazione straniera residente era di 1.885 persone. La nazionalità maggiormente rappresentata in base alla percentuale sul totale della popolazione residente era:
Marocco 703: 1,38%

Religione

La maggioranza della popolazione è di religione cristiana appartenenti principalmente alla Chiesa cattolica; la chiesa madre del comune appartiene alla diocesi di Nola, così come la maggior parte delle parrocchie. La chiesa della Madonna dei Bagni è amministrata dalla diocesi di Nocera Inferiore-Sarno. Appartiene all'arcidiocesi di Sorrento-Castellammare di Stabia la parrocchia del Sacro Cuore (Mariconda).
L'altra confessione cristiana presente è quella evangelica con una comunità: Chiesa evangelica pentecostale[12] ADI
Fra altre confessioni religiose è presente anche quella dei testimoni di Geova con una sala del Regno in cui si radunano quattro congregazioni (di cui anche una di Pompei). Ogni settimana la sala del Regno di Scafati è frequentata in totale da circa 500 persone.

Istituzioni, enti e associazioni

  • Ospedale Mauro Scarlato (nel 2011 è stato chiuso - il pronto soccorso operativo a spanne dalla seconda parte del 2014)
  • Istituzione "SCAFATI Solidale"
  • Associazione Orchestra da Camera della Campania

Tradizioni e folclore

Forme di musica popolare

La "tammurriata" utilizza particolari strumenti musicali: la già citata tammorra, formata da una pelle tesa su un cerchio di legno su cui sono fissati dei sonagli detti "'e cicere" o "'e cimbale"; le castagnette o nacchere, intagliate nel legno e costituite da due parti unite fra loro da un cordoncino. In alcune zone le castagnette vengono distinte in "maschio" e "femmina" a seconda che vengano suonate rispettivamente con la destra o con la sinistra. «Questo esempio riporta ad un'antica simbologia del corpo secondo la quale l'uomo, il suo corpo in genere, è per metà maschile e per metà femminile. Una visione del genere, tipica del mondo antico ed orientale, si ritrova però anche nella concezione della divinità nel Meridione. Alcune Madonne, ad esempio, hanno nella raffigurazione iconografica il sole (sulla destra) e la luna (sulla sinistra), ovvero il "maschile" e il "femminile"» (Sergio De Gregorio, nell'opuscolo allegato all'LP "Musica e canti popolari della Campania - vol. 1").
Alla tammorra e alle castagnette si possono aggiungere anche: il putipù o caccavella (tamburo a frizione costituito da una pentola di terracotta o scatola di latta ricoperta da una pelle, su cui è fissata una canna); il triccheballacche o scetavajasse (composto da tre martelletti di legno di cui quello centrale fisso, martelletti ai quali possono essere applicati anche dei sonagli); la tromba degli zingari o scacciapensieri o marranzano. Il rappresentante illustre della "Tammurriata" è Antonio Matrone ('O Lion) col suo gruppo definito "A Paranza do’ Lione".
L'altra grande forma di musica popolare è "A Fronna e Limone" (fronda di limone). Quest'ultima è una particolare forma di canto campano, eseguito a distesa e senza accompagnamento strumentale. Per quel che riguarda i testi, in genere si attinge ad un vasto repertorio di "fronne" che però, a seconda della circostanza, possono essere variate, rimescolate o improvvisate in parte dall'esecutore (e ciò avviene massimamente quando le "fronne" sono articolate tra due o tre persone che si rispondono e dialogano con tali canti). Per questa loro disponibilità al dialogo, le "fronne" sono state anche utilizzate come comunicazione con i carcerati. Infatti per il passato, era abbastanza frequente sentir cantare sotto le carceri alcuni tipi di "fronne", articolate da parenti o amici di reclusi. Spesso erano informazioni che si davano al carcerato, messaggi d'amore, parole di conforto, il tutto articolato con un linguaggio oscuro e gergale che sfuggiva anche alla comprensione dei secondini.
Nella tradizione più classica, esiste, un repertorio di "fronne" più ritualizzate, le cui tematiche si riferiscono all'amore, a fatti sessuali e alla morte. Il protagonista indiscusso di questa particolare forma di canto e "Zì Giannino Del Sorbo" senza ombra di dubbio il più grande frondaiolo vivente.

Festa di "Bagni"

Una festa considerata emblematica per tutto l'agro nocerino sarnese è la festa della "Madonna dei Bagni", si svolge a Bagni, località agricola situata in periferia di Scafati al confine con Angri.
Una festa tipicamante primaverile che si consuma nei suoi rituali nelle masserie dove si canta e si danza a ritmo di "tammorra" e "castagnette" (tamburo e nacchere). Scritti antichi ci riportano ai festeggiamenti per i quali la plebe rurale traeva ispirazione dalle "Feste Ilarie", che celebravano la morte e resurrezione di Attis. Antropologicamente nell'antichità pagana il dio della natura rinasce in questo periodo. Festeggiamenti quindi per l'alterna vicenda della natura che fiorisce a nuova vita. Morte e vita, nel mondo rurale si identificano: dalla morte del seme ne consegue la nascita della pianta. Altro elemento di vita è l'acqua. Su queste premesse si innesta il rito religioso che nei giorni della festa dell'Ascensione, sulla Statale 18, nei pressi del seicentesco Santuario, si celebra in onore della "Madonna dei Bagni". La festa, secondo autorevoli studiosi, rientra nel culto delle "Sette Madonne" in Campania. A Bagni, oltre al Santuario di S. Maria Incoronata dei Bagni, risalta la fonte ('o fuosso) che contiene l'acqua ritenuta miracolosa; dove una vecchietta intinge una penna di gallina nell'olio santo, unge e benedice la gente. Altre peculiarità del "fosso" sono: la camomilla, i papaveri e "'o Vacille cu' 'e rrose", bacinella con petali di rose maggiaiole che vengono, secondo la leggenda, benedetti da un "Angelo" che passa nei campi la notte precedente l'Ascensione, donando ai fiori tipici della festa proprietà taumaturgiche e purificatorie. Icona mobile della festa “Il Carrettone”. Anticamente i signorotti del napoletano raggiungevano Bagni con il "Bleak", vettura di lusso trainata da cavalli dove prendevano posto le "maeste ncannaccate", signore con vistosi gioielli al collo.
I contadini invece si servivano dei comuni carretti che per l'occasione "annoccavano" (addobbavano) con fronde e fiori di carta velina, per copertura, come riparo dal sole, venivano sistemate delle lenzuola. Da tali carretti deriva il nome "'O Carrettone 'e Vagne". Tale mezzo di viaggio, la cui ultima apparizione risaliva al lontano 1954, è stato riproposto, nel pieno rispetto dell'antica tradizione, dal 1982 al 1987, fino a quando la festa non ha subito un processo di trasformazione con l'immissione di elementi spurii che non hanno nessuna congruenza culturale - antropologica con la memoria autentica.
Il "Carrettone" era preceduto, nel suo "viaggio", da un folto gruppo di ragazzi che indossavano "antrite", collane di noccioline e castagne e che "guidavano" il tipico "chirchio", cerchio di bicicletta o di botte, anch'esso "annoccato" con fiori di carta, penna di gallina e immaginetta della Madonna.
La Festa della Madonna dei Bagni conserva oggi il suo fascino in ragione delle esibizioni spontanee della gente che rimane protagonista autentica quando accompagnandosi con le inseparabili "castagnette" si disinibisce e si esprime a lungo in una frenetica "tammurriata" collettiva.

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