IL PROSCIUTTO NON È PIÙ MADE IN ITALY
In Italia chi mangia prosciutto crudo o cotto pensa di mangiare un prodotto italiano e invece 2 prosciutti su 3 provengono dall'estero senza che nessuna etichetta lo dica. Le preoccupazioni di oggi del settore allevamento, produzione e trasformazione di maiali sono arrivate sul tavolo del Consiglio europeo dell'Agricoltura che lunedì ha preso in esame la crisi del settore italiano, come dimostra la minuta del vertice. Tuttavia, il Ministro dell'Agricoltura Maurizio Martina non si è fatto vivo, era latitante o desaparecido. Chi difende gli interessi degli allevatori?
Come denuncia la Coldiretti "dalle stalle italiane sono scomparsi seicentomila maiali dall'inizio della crisi, sfrattati dalle importazioni di carne di bassa qualità dall'estero per realizzare falsi salumi italiani con il concreto rischio di estinzione per i prelibati prodotti della norcineria nazionale". Sono i cosiddetti "alleati" europei a recare maggiore danno all'Italia: rispetto all'anno precedente nel 2014 la Germania ha realizzato un +31% di cosce di maiale importate, l'Olanda + 19.4%, la Danimarca +16.3%. E mentre gli allevatori italiani sono vittime di questo sistema (sono a rischio 105mila lavoratori del settore), i consumatori vengono frodati: come si può chiamare prosciutto di Parma un prosciutto che invece è tedesco o danese?
Al vertice di Bruxelles tutti i ministri europei dell'Agricoltura erano stati convocati per discutere del problema dei prosciutti "falsi" Made in Italy, solo quello italiano non c'era. Era altrove - chissà dove, lo vorremmo sapere - e nessuno ha difeso gli allevatori italiani. Quest'anno su 13 incontri a Bruxelles Maurizio Martina ne ha disertati ben 9!
Se non ritiene un onore rappresentare l'Italia in Europa, il Ministro Martina si dimetta! Ci sono tanti cittadini che saprebbero fare meglio il suo lavoro senza fare disastri!